GOMORRA LA SERIE TV : SUCCESSO DI CRITICA MA FA RIFLETTERE

Bella pubblicità per chi l'ha creata e prodotta, ma non da una bella impressione sulla Napoli di oggi

Dopo una attesa è finalmente iniziata la seconda stagione della serie TV italiana di maggior successo ed ispirata al libro di Saviano, “Gomorra”.

La serie prodotta da SKY è indubbiamente al pari delle grandi serie americane per storia, dialoghi, immagini e interpretazione degli attori; la serie ha un ottimo seguito anche all’estero, sia di fan che di critica.

Ci sono vari articoli in tante rubriche estere sia di appassionati del settore che di stampa generalista; quello che mi ha colpito di più è stato quello di Ed Power sul Telegraph:  «Gomorrah, series 2: what will Naples’ tourist board say?». Ovvero: “Gomorra, la seconda serie: cosa dirà l’amministrazione del turismo napoletano?”.

Il titolo ci lascia già delle perplessità perchè punta il dito in maniera diretta su realtà e finzione, dove la seconda impatta sulla prima e lo fa in maniera spettacolare ma anche senza appello: cosa rimane alla fine della serie? Cosa pensa uno straniero di napoli e dei napoletani? come si promuove il patrimonio culturale di una regione e di una città se si continua a mandare un messaggio di morte e criminalità?

«Ciro (uno dei personaggi della serie, ndr)  sembrava un delinquente strappato dalle pagine di vita reale. C’è un rifiuto di romanzare la vita dei criminali, in favore di un realismo che ha un’incredibile forza morale. E che ti restituisce la rappresentazione di un luogo che sarà per sempre comandato da gangster che, impunemente, uccidono e terrorizzano il resto dei cittadini»

Questo un passaggio chiave dell’articolo che centra in pieno ciò che la produzione voleva fare ma che si trasforma in boomerang perfetto..

Il giornalista cerca invano di creare la differenza tra vita reale e vita recitata, ma anche se ammette di essere entusiasta del lavoro dei produttori e degli attori, si pone il quesito di come si possa rendere attrattiva una città così rappresentata.

download

 

Seppure ci sforziamo di guardare la serie da un punto di vista puramente di intrattenimento, è molto difficile non collegare la città di Napoli alla sua gente e la sua gente alla camorra.
Troppi gli episodi raccontati che somigliano a situazione di cronaca reale per non perdere di vista il confine tra una realtà sceneggiata e una realtà vissuta.
Allora cosa possiamo fare? Cosa possiamo pensare?
Dobbiamo per forza farci noi stessi carico di informare e di tramandare l’altra realtà che esiste a Napoli, sia tramite esperienze dirette che tramite personaggi del luogo che ci raccontano (e lo fanno veramente con la luce negli occhi e con il cuore in mano) che a Napoli c’è una città tutta da vedere e da scoprire e non dobbiamo nasconderci dietro la paura.
Quindi, scusatemi il gioco di parole, riflettiamo sulla riflessione del giornalista: se lui dice che è impossibile rendere attrattiva Napoli dopo aver visto Gomorra, noi rispondiamo che Gomorra è solo una infinitesima parte di persone e luoghi della città partenopea, ma che non hanno niente a che vedere con quello che si trova andando a visitare quei luoghi.
Deve per forza esserci qualcosa di diverso da droga e armi, e la risposta è semplice e lascia senza parole: basta affacciarsi sul golfo di Napoli una sera al tramonto, mangiare una pizza napoletana di fronte al Vesuvio e godere delle persone ricche e fantasiose che ci raccontano gli aneddoti più simpatici e veri.
Questa è Napoli!

Lascia un Commento

Lascia un commento a questo articolo, ti garantiamo che il tuo indirizzo e-mail non verrà reso pubblico e che non riceverai alcuna mail da infoperte.it o alcun tipo di spam.

*

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>