COME FINIRA’ L’ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Sarà difficile trovare un'intesa tra le forze politiche sul nome del nuovo Presidente della Repubblica fino al terzo turno in cui il quorum è elevato.

Da diversi anni, in seguito al crollo di Berlusconi, le macerie lasciate sull’intero panorama politico dalla fine di quell’epoca, hanno prodotto una lacerazione e disgregazione dell’arco parlamentare che ha reso difficle trovare intese sui governi che si sono succeduti e ancor più sull’elezione del Presidente della Repubblica. Infatti, da allora,  questa è già la seconda volta che si vota per il Presidente della Repubblica e la volta precedente si è giunti ad una soluzione solo ed esclusivamente grazie alla riconferma dell’uscente Giorgio Napolitano oggi dimissionario.

Sui 1009 grandi elettori serve infatti una maggiornaza di  2/3 cioè 673 voti per un candidato Presidente della Repubblica  numero che dovrebbe essere verosimilmente irraggiungibile per 3 ordini di motivi:

  • il Movimento Cinque Stelle, che con i suoi numeri potrebbe essere decisivo per un’elezione a maggioranza qualificata
    ,  non è sceso a patti con nessuna forza politica;
  • le minoranze dissidenti dei due più grossi partiti (PD e Forza Italia) potrebbero creare problemi su eventuali accordi presi dalle maggioranze dei rispettivi partiti;
  • L’accordo fra i due leader (Renzi e Berlusconi) non si è affatto concretizzato attorno ad un nome specifico.

Questo rende l’elezione del Presidente della Repubblica più probabile dopo il terzo turno, in cui il quorum sarà più basso (505 voti) e basterà quindi la maggioranza assoluta dei voti che potrebbero portare il partito maggiore (PD) a poter eleggere un candidato meno condiviso con la forza dei propri numeri.

Comunque andrà a finire, sicuramente la speranza del popolo italiano è quella di poter avere un Presidente della Repubblica  che possa gestire questa delicata fase politica e portare il paese fuori dalla grave crisi economica in cui è precipitato dal 2008.

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