COME RECUPERARE I CREDITI DA LAVORO DIPENDENTE

Guida pratica per il recupero dei crediti di lavoro

come-agire-in-caso-di-contributi-non-versati-da-parte-del-datore-di-lavoro_5354b0c30ba28aa031c61a2a25e41c28

Se l’azienda in cui si lavora è in crisi e il datore di lavoro si trova in arretrato con il pagamento della busta paga è prudente prima di rivolgersi ad un avvocato ed iniziare una causa, informarsi su cosa bisogna fare e sulle varie procedure da percorrere.

In questi casi quello che conta è l’essere tempestivi  poichè il ritardo nella tutela dei propri diritti potrebbe portare gravi pregiudizi. Spesso accade che solo i creditori più attivi riescono ad ottenere il pagamento del dovuto. Questo succede perché quando un’azienda entra in crisi, poi non c’è sufficiente patrimonio per accontentare tutti i creditori, si deve perciò scegliere se si vuol essere fra quelli che saranno pagati o se ci dobbiamo accontentare di restare fra quelli che aspettano che succeda qualcosa. In tal caso o possiamo accettare un piano di pagamento rateizzato da parte dell’azienda in difficoltà, oppure bisogna fare causa e in seguito presentare istanza di fallimento.

Ad esempio se il lavoratore si dimette e chiede il TFR all’azienda e quest’ultima  non ha i soldi per pagarlo, il lavoratore può decidere di iniziare una vertenza legale. Le parti si incontrano inizialmente per una trattativa e per cercare un possibile accordo. L’azienda offre al lavoratore il pagamento dell’80% del TFR in rate mensili, tutte uguali. Il lavoratore a questo punto può scegliere se accettare o fare causa. Ciascun caso poi è bene che venga sottoposto ad un attento screening preventivo circa la possibilità di un reale recupero delle somme spettanti, dopo una prima verifica presso le banche (CCIAA, Registro Protesti, Registro Beni Immobiliari etc.).

come recuperare crediti

 

In ogni caso, come ultima strada, rimane il Fondo Garanzia INPS.  A volte si cerca prima un recupero stragiudiziale con una possibile intimazione di pagamento attraverso lettera raccomandata. In difetto di riscontro positivo alla diffida inviata, seguirà poi la fase giudiziale. Si ricorre pertanto al  Giudice del Lavoro e successivamente al Giudice dell’Esecuzione.La prima udienza viene fissata nel giro di un anno. A questo punto, nell’ ipotesi che l’azienda paghi il dipendente a fine sentenza, quest’ultimo avrà ottenuto il pagamento del 100% dei propri crediti, ma solo nel giro di quattro anni, rimanendo  vincolato comunque a pagare l’onorario all’ avvocato. Qualora invece dopo la sentenza, l’azienda non dovesse pagare la somma che vi spetta, non vi resterà che procedere con l’istanza di fallimento tenendo comunque presente che gran parte dei vostri crediti, potrebbero essere insoddisfatti, in quanto gran parte del patrimonio dell’azienda in questione, sarebbe priva di un patrimonio sufficiente. In questo caso come unica garanzia vi è l’offerta dal Fondo di solidarietà dell’INPS che coprirà il pagamento delle ultime tre mensilità non corrisposte e del TFR.

9528_ai1

Un ulteriore metodo di procedere al recupero dei crediti da lavoro dipendente, consiste nel redigere una diffida scritta al datore di lavoro, avvalendovi della professionalità del proprio avvocato di fiducia. In alternativa, è possibile provare con un tentativo di conciliazione direttamente alla Direzione Provinciale del Lavoro, dove tenterete di arrivare ad un accordo con il vostro datore di lavoro per evitare il giudizio in tribunale.

Lascia un Commento

Lascia un commento a questo articolo, ti garantiamo che il tuo indirizzo e-mail non verrà reso pubblico e che non riceverai alcuna mail da infoperte.it o alcun tipo di spam.

*

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>