FEDE E RAGIONE: I DUE COMPAGNI DIVISI

L'unità di due nobili principi

downloadPuò sembrare strano accostare questi due termini, ma in realtà sono strettamente ed autenticamente collegati. Prendendo in esame la dimensione inerente la fede, dobbiamo puntualizzare che, appunto, il termine fede pone in sé un atteggiamento di abbandono e dunque non ci troviamo davanti ad una certezza o ad un dato aggettivo, ma come detto poc’anzi, ad un abbandono verso qualcosa che si percepisce interiormente. La ragione, invece, tende a far leva su di una osservazione oggettiva della realtà e quindi a fondarsi su dei dati oggettivi. Non poche volte ci troviamo in alcune dimensioni cristiane, le quali denotano un  uso improprio o assente della  ragione, che non di rado sfocia verso una prospettiva superstiziosa e bigotta della fede e viceversa, molte volte, ci si imbatte in una prospettiva di fede prettamente fondata sulla ragione.

Una fede senza ragione è cieca, proprio perché è dalla ragione che scaturiscono le domande fondamentali, che erroneamente definiamo banali, ovvero: da dove vengo? Chi sono? Quale scopo ha la mia vita? Che senso ha l’esistenza? Il primo errore che ha determinato la suddetta frattura è stato il modo, per certi versi pregiudizievole, di banalizzare tali domande, relegandole stupidamente a problemi di senso adolescenziali. D’altra parte, il modo di concepire la fede si è gradualmente allontanato dalla dimensione razionale, dal momento in cui ha iniziato a percepire con sospetto la suddetta visione irriducibilmente centralizzata sull’analisi oggettiva della realtà umana. L’avvento dell’illuminismo, l’età fiorente della ragione, da una parte ha permesso un notevole sviluppo sia da un punto di vista sociale che da una prospettiva più specificatamente scientifica, ma allo stesso tempo ha ridotto l’uomo ad un mero strumento d’indagine chiuso ad una prospettiva trascendente. In conclusione possiamo dire o meglio parafrasare, come sosteneva S. Agostino d’Ippona, che la ragione è una peculiarità fondamentale della mente umana, capace di fondare ed orientare l’uomo, non solo verso una conoscenza più approfondita di se stesso, ma anche di delineare un cammino di fede scevro dal ceco fideismo, di vedere nel dubbio non più un limite bensì una possibilità di crescita e di domanda in grado di far progredire l’uomo in una dimensione conoscitiva integrale a discapito di una visione prettamente riduzionista. La fede, invece, può essere rappresentata come la luce o il lume, che nella notte oscura e tempestosa illumina ed orienta la ragione, evitando che il dubbio suscitato da alcune domande di senso possa far naufragare l’uomo nella prospettiva del non senso.

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