TEMPESTA

Il turbinio delle emozioni di ognuno di noi ci travolge proprio come fa la tempesta

Visione interiore

Una serie di immagini, in un batter d’occhio, prende vita nella mia mente: un uomo che cammina nudo per lande desolate dai climi differenti, incapace di difendersi dalle intemperie, dagli agenti atmosferici, una persona in balia della natura selvaggia, disperato perché solo, felice per l’opportunità che gli è stata data: crescere tra le insidie per diventare grande.

Una domanda su tutte affiora nel caos delle emozioni e dei sentimenti provati: quanto durerà la prova? Ci sarà un modo per uscirne?

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Ma adesso, in balia delle tenebre, e poi, della luce accecante del sole, quest’uomo non ha il tempo per rispondere a queste domande: deve cercare di superare il momento e non farsi abbattere. È una battaglia psicologica più che fisica, una battaglia del cuore.

Vivere in mezzo al deserto, tra gli stenti, lo ha reso un tutt’uno con il suo essere; ha imparato a non respingere ma a vivere ogni singola emozione nel silenzio che la solitudine, provata dall’ anima, dona: un silenzio inquietante. Sembra che sia impossibile ma, accettare la sofferenza, è l’unico modo per continuare a vivere, facendo leva su di una crescita interiore.

È come se, abbandonati in un mare in tempesta, assumendo la posizione del morto,  chiudessimo gli occhi e ci facessimo trasportare dalle onde, gustandoci il momento. Lasciar sfogare la tempesta, la lotta intestina che si è venuta a creare nel cuore è l’unica maniera per galleggiare.

Lasciarsi andare dal pianto al riso, dalle facce serie a quelle stupide, accettando, umilmente,  tutti i lati, nascosti o meno, del proprio io.

Accettarsi per vivere, lottare per se stessi, per la propria dignità, per i propri sogni, gli ideali, ma anche contro se stessi nel turbinio di tutte le parti oscure, i sentimenti negativi che popolano il deserto del proprio cuore.

Mai farsi sopraffare dalle onde, cercare sempre di galleggiare con la voglia di vivere l’oscurità per coglierne la bellezza intrinseca.

Imparare quanto è bello cadere per assaporare ancora di più la felicità e la gioia del rialzarsi. Morire per poi rinascere. Morire ogni giorno, ogni istante e rinascere sempre più forte, sempre in modo differente. Accettare la morte del proprio io precedente ad una prova  e vivere l’emozione di affrontare il resto della vita con un altro io, differente dal precedente ma non in tutto dissimile: differente perché plasmato dagli eventi che lo hanno cambiato ma uguale nella capacità di assaporare, vivere e sentire le emozioni e saperne riconoscere le note dolci ed amare che ne possono scaturire.

Attenti a non indurire la pelle che, come corazza, protegge il cuore dalle negatività poiché  si rischia la completa insensibilità, l’indifferenza.

 

 

 

 

 

 

 

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