VITA: UN DELICATO EQUILIBRIO

L'irto cammino della vita e le scelte imposte, ci impongono nuovi equilibri.

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Andare, camminare, entrare, cadere, tornare e procedere. Sono tutti verbi intransitivi che impongono al soggetto di intraprendere una azione: quella di spostarsi da un generico qui ad un determinato là.
Ma ogni spostamento di luogo prevede un cambiamento di condizioni e per ciò, conseguentemente, il raggiungimento di un nuovo equilibrio.
Equilibrio, quest’ultimo, che si pone come una condizione indispensabile per la vita.
Ogni essere umano ha, per vivere, la necessità di mantenere una serie di equilibri sia fisici che psichici, molto delicati.
Se si pensasse a tutte le sollecitazioni cui andiamo incontro nell’arco di una sola giornata e che minano il nostro status quo, forse impazziremmo.
Siamo fragili, questa è la verità. È inutile non volerlo ammettere. Prova ne sia che la malattia del nostro secolo è la depressione. E che cosa è la depressione se non il mancato raggiungimento di un equilibrio al quale aneliamo ogni momento?
Se il cadere si pone, ogni volta, come una prova ad adattarsi alla nuova condizione che,volenti o nolenti, tutti noi siamo chiamati ad accettare, allora, va da sè che,ogni istante, siamo costretti a compensare a tutto ciò che per un motivo, sia interno che esterno,perdiamo, e a valorizzare, di contro, tutti gli stimoli positivi imposti dal nuovo status.
D’altronde la stessa biologia ci insegna che la condizione per la vita di ogni organismo pluricellulare risiede nella capacità propria delle cellule di prendere dall’esterno ciò che necessita loro ed espellere il superfluo. Ogni singola cellula del nostro corpo compensa ciò che non ha più con ciò che trova all’esterno.


Per cui si può affermare che la condizione di equilibrio sia legata in modo quasi imprescindibile, oserei dire biunivoco, a quella di compensazione.
Ma se le condizioni di ogni status sono equilibrio e compensazione, allora, altrettanto fondamentali sono quelle di adattamento e accettazione.
Ma è così facile accettarsi ed accettare ogni nuova situazione? È sempre possibile compensare a ciò che ci manca? Fino a che punto si è disposti a trovare un compromesso? Quali sono i nostri limiti in tal senso?
Penso che ognuno di noi, almeno una volta, si sia posto queste domande e abbia cercato di darsi una risposta. Difficilmente possiamo sapere fino a che punto siamo disposti a compensare, ma essere coscienti che a nuovi compromessi siamo chiamati ogni giorno, è un notevole passo avanti. È proprio in virtù di tutte queste condizioni, cui siamo sottoposti, e la presa di coscienza del delicato meccanismo che ci permette ogni volta di tornare a camminare, che dobbiamo prenderci cura di noi stessi, amarci ogni istante perché irta è la strada e lungo il cammino. L’importante è non arrendersi e pensare che a ogni nuova caduta segue un diverso inizio.  Ogni volta che questo accade a cambiare non è solo il contesto in cui siamo immersi ma siamo noi stessi. Cambia il nostro modo di rapportarsi, di vedere le cose e gli altri. Cambia il nostro modo di camminare ,che a seconda di come la natura ha forgiato il soggetto, e l’inclinazione individuale può dare adito a nuove cadute o a lunghe camminate senza intralci.

Insomma, la nostra condizione pare una sommatoria incompleta tra ricordi di un passato che fu e che ci condiziona ancora, poiché ha contribuito a forgiarci; il pensiero incombente di un presente che dobbiamo affrontare e i timori per un futuro che non conosciamo.

 

Un commento per “VITA: UN DELICATO EQUILIBRIO

  1. nicola da fiumicino (RM) scrive:

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