BULLISMO E ADOLESCENTI

Chi è il bullo e perché diventa tale?

nobulloL’adolescenza, si sa, è uno dei periodi più importanti, più difficili ed impegnativi della crescita di tutti noi.  E’ il periodo in cui si ricerca la propria identità, in cui ci si confronta con altri coetanei. La ricerca della propria identità, nella storia dello sviluppo della personalità di un individuo, avviene due volte: la prima intorno ai tre anni  permette la separazione del bambino dai genitori (il bambino inizia a percepire sé stesso come identità diversa dai genitori), la seconda, durante l’adolescenza, promuove il distacco dai genitori , il confronto con i coetanei e la creazione del gruppo.  Proprio questo confronto può portare l’adolescente a provare un senso  d’inadeguatezza. Ciò che internamente al nucleo familiare era sicuro ora non lo è più. Paura, ansia  di non poter reggere il confronto prendono il sopravvento. E’ proprio così che vergogna, travestimenti e bugie vengono usati per minimizzare questo vissuto. La vergogna nasce dal timore che gli altri vengano a conoscenza di aspetti  non accettati da noi stessi.  Il travestimento non è altro che il tentativo di cancellare agli occhi degli altri ciò di cui ci vergogniamo. La bugia è una potente arma di difesa che permette di passare da una condizione non desiderata ad una desiderata tramite la negazione e la sostituzione.

Gli adolescenti si riuniscono in gruppi più o meno grandi. Ogni gruppo ha un suo leader che è carismatico, che attrae e che terrorizza. Il leader nel gruppo è legge. Per individualizzare ed affermare il gruppo è necessario avere un nemico.

Il bullo è colui che vuole essere ammirato dal gruppo, colui che vuole diventare leader, colui che vuole attirare l’attenzione delle ragazze, colui che non vuole essere emarginato,  colui che vuole essere temuto ed anche colui che vuole solo divertirsi a discapito di altri. Esistono diversi tipi di bullismo: quello fisico,  quello verbale, quello emotivo (isolamento, sottomissione, sottrazione di denaro, ecc.), quello criminale (violenze sessuali, estorsioni, ecc.), il cyberbullismo che consiste nel far circolare in rete immagini o apprezzamenti imbarazzanti su una persona che poi viene presa di mira.

Ognuno di noi ha in sé un certo quantitativo di aggressività che è legata al bisogno di difendersi se attaccati. Questa aggressività può essere tenuta a freno. Molto dipende dall’educazione, dall’ambiente familiare in cui si vive. I genitori sono per i propri figli un’esempio, un modello da seguire ed imitare. E’ necessario aiutare i nostri figli ad incanalare la loro forza e la loro aggressività verso qualcosa di costruttivo. E’ necessario instaurare con loro un continuo dialogo per insegnargli come darsi degli obiettivi e come poterli raggiungere. Tutto ciò può aiutare a mantenerli lontani dalle cattive compagnie. Anche la scuola e gli insegnanti hanno un compito importante e cioè quello di insegnare il rispetto reciproco per poter convivere con gli altri. Fondamentale, quindi, è la collaborazione tra la famiglia e la scuola per cercare di educarli al meglio. Solo così i ragazzi di oggi potranno diventare domani  uomini sani, solo così avranno il necessario per affrontare le problematiche che la vita vorrà presentare loro, nel miglior modo possibile.

Non è sicuramente facile eliminare il bullismo dalla nostra società, ma forse  un po’ d’attenzione in più rivolta al mondo giovanile potrebbe essere d’aiuto!

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