I MIEI PRINCIPI SU COME INSEGNARE

Posso dire che le ho suonate per vent'anni. Invece dico che ho insegnato, ma molto di più imparato

Con questo scritto non voglio né mettermi in mostra né altro, ma voglio solo e soltanto condividere, con chi ha la mia medesima passione, ciò che ho imparato in vent’anni, dove ho suonato, imparato e insegnato dal mondo del Palio, dal mondo della musica e dalle persone che ho incontrato, allievi e maestri.  Il Palio di Asti, a cui ho dato vent’anni di vita, è, fra tutti i Palii d’Italia, quello più antico (Con buona pace degli amici senesi): una corsa su una pista triangolare ricavata nella centralissima Piazza Alfieri (Nostro illustre concittadino), dove ventun fantini, rappresentanti di altrettanti Borghi, Rioni e Comuni di Asti, si contendono, montando i cavalli a pelo (Senza sella), il Palio appunto. Drappo in velluto cremisi su cui ogni anno un artista diverso dipinge il Santo patrono di Asti, San Secondo. Ho iniziato quando avevo diciannove anni e altrettanti ne sono passati da allora. La città di Asti è divisa in Borghi e Rioni, circa quattordici e ognuno di loro ha un suo gruppo sbandieratori e musici, che tra l’altro gareggiano tra di loro, durante una manifestazione detta appunto: palio degli sbandieratori. Io ho fatto e faccio tutt’ora parte di quest’ambiente e mi è sembrato doveroso omaggiare questi vent’anni, e la mia città, con questo.

Io insegno a suonare

Perché mi piace, perché p una delle poche cose che sono riuscito a portare avanti per tanti anni senza mai stancarmi e poi perché è bello vedere che si riesce a trasmettere qualcosa di sé. Un pezzo della tua anima che regali ad un altro. Nel mio caso a oltre cento ragazzi, in più di dieci anni di insegnamento. Pertanto non è solo una presuntuosa lista di regole… Adoro insegnare quello che ho imparato. E in tanti anni ho avuto modo di essere fiero di tutte le persone che ho avuto, sia come maestri, sia come allievi e lo ripeto: questo è ciò che ho imparato in tanti anni, merito di tutte le persone di questo mondo e questo è solo una maniera per ringraziare e dire che continuerò nello stesso modo e con lo stesso sorriso. Oltre modo questo potrebbe voler essere anche una linea guida (Ma non mi spingo fino a tanto, poiché non sono nessuno), per chi vuole insegnare, tenendo conto che non sempre “chi non sa fare insegna”, ma esattamente il contrario, almeno per quanto riguarda me. Voglio aggiungere che, a onor del vero, non ho avuto una formazione classica, diciamo quella che normalmente si ha quando si frequenta un conservatorio, con tanto di diploma o un qualsiasi corso di musica. Sono un autodidatta, come lo sono stati i miei maestri, almeno in fatto di insegnamento. E non ho la pretesa di insegnare ad insegnare, anche se in certi casi, per alcuni almeno, la cosa servirebbe: questo è quello che io ho imparato.

 

  1. Non si finisce mai di imparare e tutti possono insegnarti qualcosa;
  2. Nessuno nasce maestro e non puoi insegnare qualcosa che non hai imparato;
  3. Si insegna per passione non per interesse;
  4. L’insegnante deve sapere tutto sui suoi allievi e viceversa;
  5. Quando si insegna bisogna far vedere come e spiegare il perché;
  6. Chi insegna si deve fidare degli allievi e viceversa;
  7. Si inizia dalle basi e mai dall’alto. E la prima cosa che deve fare un insegnante è presentarsi agli allievi;
  8. L’insegnante si può e si deve adattare ai tempi dell’allievo;
  9. Non pretendere più della capacità massima dell’allievo;
  10. Si va avanti a piccoli passi;
  11. Non si fanno preferenze. Può esserci più o meno confidenza e si ha sempre l’allievo prediletto;
  12. L’esperienza non è altro che l’accumulo degli errori commessi, corretti e non più ripetuti;
  13. Agli allievi si trasmette la passione, il rispetto e la propria esperienza;
  14. Prima cosa la salute, poi la famiglia e l’istruzione;
  15. Suonare deve essere un divertimento, non un obbligo, né un lavoro;
  16. Vanno ascoltate le idee di tutti;
  17. L’ultimo sarà il primo e il primo l’ultimo;
  18. Tutti sono necessari e nessuno è indispensabile;
  19. Non c’è un tempo preciso per imparare. Dipende da allievo ad allievo;
  20. Tutti possono imparare;
  21. L’allievo non si sgrida, si corregge;
  22. L’allievo non si mortifica se non è in grado di imparare, l’insegnante deve impegnarsi di più.
  23. L’allievo deve imparare ma anche ridere, divertirsi, riposare;
  24. Ogni allievo ha caratteristiche diverse. L’insegnante deve educare queste caratteristiche;
  25. L’insegnante deve spingere l’allievo a migliorarsi;
  26. L’insegnante deve capire e deve proteggere l’allievo;
  27. Il metodo di insegnamento deve essere adattato all’età e al sesso dell’allievo;
  28. Ripetere sempre ciò che si insegna;
  29. L’insegnante è un essere umano. Chi insegna deve rendersi conto che può sbagliare;
  30. Non farti chiamare maestro, ma a chi insegni chiamalo allievo. È più protettivo.

Lascia un Commento

Lascia un commento a questo articolo, ti garantiamo che il tuo indirizzo e-mail non verrà reso pubblico e che non riceverai alcuna mail da infoperte.it o alcun tipo di spam.

*

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>