EROTISMO SCRITTO: DI SESSO, BANALITÀ E ILARITÀ

Consigli per evitare di rendersi ridicoli agli occhi del lettore

Chi ha detto che scrivere un romanzo o un racconto erotico sia facile? E chi ha detto che il romance per adulti sia ancora più facile da scrivere? Niente di più falso! Scrivere è già difficile di suo,  coinvolgere un ipotetico lettore scrivendo di amore e di sesso lo è ancora di più.

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Nell’ormai inflazionato genere romance  spesso e volentieri mi sono imbattuta in storie fotocopia o storie poco interessanti per via di una trama più che scontata: lei un po’ “tontolona” che si incontra/scontra con lui, narcisista patologico bello da morire e pieno di quattrini, un lui che potrebbe essere il testimonial di “l’uomo che non deve chiedere mai”; o lei una super figa da paura che occupa un posto di lavoro di rilievo e lui sempre narcisista patologico bello da morire e pieno di quattrini, che però nasconde un segreto e guai a chiedere spiegazioni. Tuttavia non è di questo che voglio parlare. Vi parlerò delle trame, e della poca credibilità, nei prossimi articoli.

Nel genere adult romance si parla abbondantemente di amore (altrimenti non si sarebbe chiamato romance). L’amore è uno degli argomenti principali nelle trame e nelle sottotrame dei film, dei libri, e oggetto della maggior parte delle canzoni e delle poesie.

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Il sintomo più importante dell’amore è l’emozione, che travolge “le vittime” a tal punto che  essi possono concentrarsi su poco altro. È uno stato psicologico che va al di là del controllo consapevole evoluto (siamo esseri umani, non animali, eppure gli istinti…) e spesso ci aiuta ad assicurare la continuazione della specie. Anche se il legame tra amore, sesso e bambini è lampante, la maggior parte della produzione letteraria sull’amore omette qualunque forma di associazione con la riproduzione. Il romance consente al lettore di sognare, e il calore della passione pare avere poca attinenza con il talco, le cremine allo zinco e la dermatite da pannolino. Tenete fuori i bambini dal romance per adulti!

Vien da sé che con l’amore ci sia anche il sesso. E il sesso scritto, dopo le “50 sfumature”, sta diventando un fenomeno dilagante tre gli scrittrori in erba.

Bando alle ciance!

Vengo al dunque: per evitare che un adolescente subisca dei traumi leggendo alcuni testi erotici, sarebbe bene che chi scriva di amore e di sesso sia consapevole del danno che potrebbe arrecare a questo tipo di lettore. Lo dico con il sorriso sulle labbra, non  prendete troppo seriamente ciò che scrivo, ma pensateci.

provoca

Spesso e volentieri, leggendo il genere adult, mi sono trovata di fronte a delle scene, a dir poco, ridicole, colme di posizioni che manco il Kamasutra… dove spuntano qualche braccio e gamba di troppo, e con aggettivi che c’entrano nulla con il sesso e con le sue emozioni.

Sì, il sesso è emozione e istinto allo stato puro. Non dimenticatelo mai!

Ed evitate di cadere nel ridicolo mentre ne scrivete.

“Odoacre aveva un odore muschiato, che riempiva le mie narici.”  Pare essere un must nei romanzi erotici parlare di odori e che non debba mancare mai “quell’olezzo di uomo” che deve essere rimarcato più  volte lungo il corso della storia. L’uomo deve essere odoroso, per forza! Il muschio e il sandalo sono gli odori preferiti dagli scrittori in erba. La pelle “imperlata” di sudore altra conseguenza logica (forse) di un atto sessuale, che manda lei, la protagonista,  in visibilio perché “appoggiate” (le perle) su una tartaruga scolpita ad arte. Nel caso siate a corto di nomi di aromi/odori consiglio un erbolario, di quelli che usano i profumieri, oppure la visione ad oltranza del film: Profumo, storia di un assassino. Lui sì che ci sapeva fare!

profumo00Con gli odori e i profumi, con le donne… poverine!

“Aveva una visibile erezione pulsante.” Io capisco che a volte le parole non arrivano e che è molto difficile descrivere un’erezione (si può anche evitare di descrivere tutta la scena per filo e per segno, eh!). Il termine “pulsante” (dal verbo pulsare), che sembrerebbe quello più corretto per dare una visione d’insieme alla scena, in realtà non aggiunge nulla, anzi… da l’impressione di quel qualcosa in più che proprio non ha senso. Le vene pulsano, il cuore pulsa, tuttavia difficilmente vedi le vene pulsare. Le puoi immaginare o sentire, toccando. In questo caso non sarebbe meglio lasciare un po’ di posto all’immaginazione di chi legge? E’ vero anche che più parole scrivete e più il libro (che ai vostri occhi è il migliore dei romanzi scritti negli ultimi decenni) prende corpo e “volume”. Ecco, se il volume risultasse essere bello pesante potrebbe essere un arma da lanciare verso chi vi fa arrabbiare. E allora sì che qualcosa in un corpo pulserebbe… di dolore!

Associare l’aggettivo “duro” all’organo sessuale maschile  è un altro degli “assolutismi letterari erotici” e pare che non se ne possa fare a meno. E’ vero che se un organo genitale maschile non fosse duro non entrerebbe in alcun pertugio (uno dei sinonimi usati  per sostituire la parola vagina), ma è  anche vero che sarebbe facile evitare di scrivere quel determinato aggettivo e dare un senso di semplicità alla frase.

E con ”duro” poteva mancare l’aggettivo “copioso” o  l’avverbio “copiosamente”? No, carissimi! L’uomo che non deve chiedere mai ha sempre un “serbatoio” ben fornito! 2 @@ tante!

Godere! Oh che bel verbo! E quando si gode (si ha un orgasmo) che si fa? Semplice: si urla! Lei che grida, anche nel bel mezzo di un alberghetto con le pareti in cartongesso, è da scrivere assolutamente… assolutamente nella mente del nostro scrittore in erba. Altrimenti che senso avrebbe il sesso? Se poi i due nostri fulgidi e gaudenti protagonisti “anisimano all’unisono” abbiamo scritto il non plus ultra del momento erotico letterario da premio Bancarella di Cicciolina.

La moda del momento, tra le scrittrici in erba (ho scritto al femmile e l’ho fatto di proposito)  sono i verbi che io chiamo “enfatici”, tipo: agguantare, lanciarsi, afferrare… associati a delle scene di sesso. Alcuni esempi, giusto per non perdere il sorriso: stendersi sul letto è un azione che compie un attempato e triste vecchietto, un gagliardo giovanotto si lancia sul letto. Agguantare il membro duro… Voi non lo sapete,  ma io sì!  È  la nuova moda tra le coppie non più tanto giovani: difficilmente un uomo attempato ha spesso un’erezione, e allora, quando succede, meglio approfittarne e fare tutto molto velocemente!

Se fossi un uomo avrei paura di una partner che “agguanta” i gioielli di famiglia.

anziani

Avete mai letto dei polpastrelli slittanti sotto il tessuto delle mutandine, o degli occhi tentati slittanti tra le cosce aperte? Io sì. E sapete che cosa mi succede quando leggo qualcosa che mi colpisce particolarmente? Chiudo gli occhi e provo a immaginare (magari è da segnarsi sul taccuino delle note e da usare in uno dei miei testi, alla mia maniera). E quando immagino, di solito vedo fotogrammi di cose e persone,  istantanee che corrono una dietro l’altra, come in un film al rallentatore. In questo caso c’è stato il buio totale!

Il cunnilungus... Eh già, miei cari. Il cunnilungus è una slinguazzata di più lunga durata, così lunga da addormentarsi mentre si riceve. Altro che la ninna nanna della mamma o il contare le pecore!

Poi c’è la femminilità. Quella femminilità che cola la sua essenza come un vulcano in procinto di esplodere. Sarà  un  nuovo sito vulcanico ad altro rischio e le visite saranno consentite solo a membri duri e a erezioni pulsanti? Ci sorbiremo un servizio di Piero Angela e visitatori da tutto il mondo correrebbero a guardarla? Oppure anche Siffredi si terrebbe alla larga? Ai posteri l’ardua sentenza.

“Le labbra intime si umettarono ingrossandosi, e da lì fiorì la piccola perla del piacere svettante tra gli spunzoni di pelo appena rasato.”  Dunque… facciamo il punto della situazione. Le labbra intime, che in anatomia si chiamano grandi labbra, fanno parte dell’organo genitale femminile e non c’è altro modo di chiamarle. Punto. La piccola  perla del piacere, ossia il clitoride (o la clitoride), è un altro di quei sinonimi che suscitano ilarità, più che eccitazione. E’ forse elegante la dicitura “perla del piacere”? E forse lo scrittore in erba ha paura di osare? Oggigiorno meglio ricorrere alla semplicità dei “termini giusti”, e guardate che non sono per niente volgari se inseriti in un contesto che richiede espressamente un linguaggio “reale”. E’ vero che un romance è finzione, ma è anche vero che attenersi alla realtà rende tutto meno stucchevole.   Il resto delle cose scritte in quella frase? Tipo “spunzoni di peli”!? Spazzatura. Spazzatura allo stato puro!

 

Il mio consiglio: la scrittura romantica (che riguarda il genere romance/ rosa per adulti) richiede un fraseggio suggestivo e una formulazione sintattica semplice. Utilizzate pochissime frasi elaborate sparse qua e là con una particolare attenzione alle parole che colpiscono la mente e il cuore di chi legge. Il lettore inoltre, che nella maggior parte dei casi è una donna più o meno giovane, più o meno colta, deve essere libero di immaginare la scena di sesso a seconda del proprio gusto personale. Quindi gli faremo “assaggiare” l’inizio di un amplesso e andremo avanti a scrivere di sensazioni ed emozioni. Lasciate perdere posizioni assurde e sinonimi ridicoli!

Il linguaggio deve subire una  sorta di trasformazione, fino a sfiorare il mellifluo  (se pensate che acchiappi) (e ho detto sfiorare, occhio!), per arrivare a descrivere l’atto sessuale non come un freddo resoconto di movimenti meccanici, ma un ardente e pulsante storia sensuale che rapisce  il lettore e lo trasporta dal proprio mondo reale in un sogno estatico di amore meraviglioso. Il sesso, nel romance, ha bisogno di emozioni. Senza sarebbe come un gelato senza il topping al cioccolato e la granella di mandorle o biscotto.

gelato

A.R.Angelelli

6 commenti per “EROTISMO SCRITTO: DI SESSO, BANALITÀ E ILARITÀ

  1. Giacomo scrive:

    Letto tutto e non posso dirti altro che: hai ragione!
    Ormai il genere erotico ha preso piede per moda, e credo che chiunque voglia scrivere un romanzo/racconto del genere debba tener presente ciò che hai puntualizzato!

  2. Daniele Aiolfi da CONEGLIANO scrive:

    Da editore, e scrittore, del genere erotico, non posso che apprezzare e concordare. Personalmente, ritengo che due possano essere le possibilità quando si affronta un romanzo erotico: o, come faccio io, ma non perché lo faccio io, si fa giù piatti con un fraseggio crudo, che è poi quello che tutti o quasi, usano nella vita normale (mi inquieto quando leggo opere dove l’autore scrive cazzo per le imprecazioni e pene per le scene erotiche) oppure si fa solo intuire senza mai menzionare né cazzo e figa, ma neppure orchidee, spade di fuoco, e altre parole a mio modesto avviso, ridicole.

  3. Fabrizio da Roma scrive:

    Interessante punto di vista. Credo che sia un problema di – quasi – ogni genere di scrittura una certa titubanza ad usare ” la parola giusta”
    Grazie

  4. Laura da Oderzo scrive:

    Letto tutto è compreso benissimo …. Consigli perfetti e ne farò tesoro.
    Certo che se leggessi che lei agguanta il gioiello di lui che si lancia sugli spuntoni di pelo appena rasati della perla di lei …. Mi sovviene il pensiero che la miccia di lui prenda fuoco quanto il cerino sulla scatola … E che nessuna copiosa eruttazione di entrambi potrebbe recare sollievo all’asta del provetto manager rampante.

  5. Tanya Romano da Roma scrive:

    Veramente un pezzo simaptico, esilarante ma estremamente veritiero!

  6. Elena scrive:

    Molto interessante. Mi piace l’ironia con cui hai trattato l’argomento!

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