LA SICUREZZA DELL’INSICUREZZA

Come riaffermare un diritto primario dei cittadini

Se parliamo di sicurezza, generalmente, o lo si fa restando su di un livello vago, oppure le cose si complicano per due precise ragioni: una di natura semantica, l’altra di metodo.

Sotto il termine “sicurezza”, nella lingua italiana sono uniti due concetti diversi che nel mondo anglosassone vengono indicati con due distinti termini, ossia security e safety.

Il termine security si riferisce alla condizione di assenza di pericolo relativa al bene ed al suo ambiente rispetto a cause intenzionali di danno, mentre con il termine safety, si identifica la condizione di assenza di pericolo relativa al bene ed al suo ambiente rispetto a cause non intenzionali e/o naturali di danno.

Ne consegue che il significato spesso associato al termine sicurezza, purtroppo, non è sempre congruo con le tematiche che si devono affrontare, in quanto non sempre si opera, a livello concettuale, una netta separazione tra le due facce della stessa medaglia (nel nostro caso il termine sicurezza).

C’è poi un altro aspetto, più metodologico che semantico, che rende difficile parlare correttamente di sicurezza, ovvero quello relativo al fatto che il concetto di sicurezza in senso assoluto non esiste in natura, ovvero è un concetto astratto, filosofico, inapplicabile ai vari casi concreti, in quanto si riferisce al una condizione di assenza totale ed universale di pericolo.

Concretamente, invece, è necessario rifarsi ad un concetto di sicurezza, quello operativo, appunto, sia di security che di safety, che tenga conto della probabilità che si possa proteggere un bene, ed il suo ambiente, a fronte di una determinata minaccia.

Il problema della sicurezza ha sempre più una dimensione europea, ma mentre in ambito internazionale sono maggiormente presenti problematiche riferite alla security, in quello nazionale le problematiche che si devono affrontare si moltiplicano a dismisura in quanto attengono sia alla security che alla safety.

Se ci chiedessimo allora di che cosa possiamo essere sicuri, paradossalmente la risposta sarebbe che siamo assolutamente sicuri di essere insicuri.

Questa constatazione, senza voler essere cinica, è, invece, il primo passo che un operatore di sicurezza deve effettuare per individuare, in ogni settore della vita sociale, problematiche, strategie e soluzioni per ridurre al minimo l’area di insicurezza e creare pertanto una cultura della sicurezza su basi razionali, indispensabile per la crescita, in ogni senso, di una società modernamente e civilmente organizzata.

Ma si sa la sicurezza costa: tanto più si aumenta la “probabilità di proteggere”, tanto più bisogna investire risorse.

D’altro canto anche le risorse umane, economiche, e materiali, sono limitate, e dunque è giocoforza necessario accettare una certa percentuale di insicurezza, ovvero un rischio ponderato, in virtù di un’attenta valutazione che tenga conto del costo/rischio a fronte del risultato voluto.

Così facendo, forse alla domanda poco fa posta si potrebbe rispondere che siamo sicuri di avere la minore probabilità possibile di essere insicuri.

E scusate se è poco.

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