PERCHÉ SI TRADISCE?
Il concetto di lealtà e di fedeltà è fondamentale in una coppia.
Spesso e volentieri questo impegno morale viene preso con eccessiva leggerezza preferendo soddisfare le voglie del momento.
Indubbiamente lo stare insieme ad una persona deve essere vissuto con serenità e in libertà. Non ci si deve sentire in gabbia, altrimenti tradiremmo noi stessi.
Stare insieme e amarsi vuol dire desiderare di donare una parte di sé al partner e viversi condividendo i pregi e i difetti di entrambi.
Il pretendere solo cure ed attenzioni senza dare non porta alla crescita della coppia, bensì solo alla frustrazione e alla conseguente ricerca di un terzo soggetto capace di annullare la delusione e l’insoddisfazione provata all’interno della relazione.
Il tradimento non è da considerarsi solo il tentativo di evadere da un rapporto inappagato.
L’infedeltà è il mezzo con il quale si verifica e conferma la propria “virilità” o “femminilità” perché insicuri delle nostre capacità sessuali.
Per alcuni, invece, il tradimento è insito nel DNA.
Si tradisce perché spaventati dal legame duraturo e unico con l’altro.
Si vien meno all’essere fedele per mantenere una distanza dal sentimento che rende dipendenti dell’altro.
Si ricerca la carica erotica non più presente nella coppia al di fuori di questa.
Si costruiscono vite parallele e seconde famiglie senza sentirsi in difetto perché si continua a provvedere all’altro senza mai fargli mancare nulla.
Il tradimento è la via più semplice per fuggire dai problemi della vita ordinaria e abitudinaria di coppia.
Non c’è dialogo né confronto, non c’è comunicazione né costruzione.
Parlare con il proprio partner eviterebbe una serie di problemi che potrebbero creare la distanza dal proprio compagno e l’insorgere dell’esigenza di cercare conforto in qualcun altro.