PERCHÉ STUDIARE I MEDIA? DI SILVERSTONE ROGER

I media costituiscono un elemento irrinunciabile all'uomo post-moderno. Comprendere la natura profonda dei media facilita la comprensione e lo sviluppo di un suo uso più consapevole

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Perché studiare i media?


Silverstone Roger
lo spiega in modo molto chiaro e convincente: i media sono talmente diffusi nella società contemporanea da non poterli più evitare. Ciascuno di noi è ogni giorno esposto a numerosissimi stimoli mediatici: una radio o una tv accesa, un computer, i nostri stessi cellulari. Già quando eravamo piccoli, abbiamo avuto modo di familiarizzare con la sigla del telegiornale, che ovviamente non ascoltavamo nei contenuti, ma ciò non escludeva che esso scandisse i tempi della giornata. I media sono la versione moderna dell’oggetto transazionale descritto da Winnicott: con essi il bambino prende confidenza con l’ambiente circostante nel definire la distinzione tra Io e Non-Io.

In fondo lo possiamo ammettere: il volto della società contemporanea non è molto dissimile da quanto aveva immaginato George Orwell nel suo romanzo “1984″ scritto nel 1948: un mondo pieno di controlli a distanza, che finiscono per contaminare la natura umana, abolendone ogni gesto spontaneo.

Attraverso i media abbiamo simboli, personaggi, valori e disvalori che finiscono per contaminare la nostra personalità e, con essa, la costruzione della nostra identità.

Non ne siete convinti?

Provate a fare il seguente piccolo esperimento: telefonate al vostro compagno di scuola delle elementari o, comunque, a un amico che appartiene alla vostra fascia di età e provate a parlargli dei cartoni animati che avete preferito nel corso dell’infanzia. L’interesse che condividerete col vostro interlocutore sarà garantito. Tutti noi ci sentiamo un po’ Topolino, piuttosto che Lupin III o Goldrake.
Attraverso i media, la comunicazione ha subito in pochissimi anni uno stravolgimento completo: comunichiamo molto si più spesso attraverso strumenti tecnologici che vis a vis.
La globalizzazione è diventata un fenomeno così intimo, che non ci sorprendiamo neanche più a inviare in tempo reale una mail all’altra parte del mondo, quando poi paradossalmente non ci ricordiamo il cognome del nostro vicino di casa.
La domanda cruciale a cui tenta di rispondere l’autore: “I media sono da lodare o da denunciare?”
Silversotne Roger spiega che tale domanda è fondamentalmente sbagliata: i media non sono né giusti, né sbagliati.
Studiare i media ci consente di conoscere fenomeni ormai indissolubili dall’epoca in cui viviamo, anche allo scopo di saperli poi gestire, senza lasciare che questi stravolgano la natura umana. In conclusione conoscere i media significa sviluppare gli strumenti per riuscire a non rinunciare al contatto umano.
La conclusione dell’autore, pertanto, lascia un anelito di speranza: l’uomo sarà sempre se stesso, purchè non rinunci ad incontrarsi

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