SOCIETÀ E DIPENDENZE NEL XXI SEC

Quali sono le dipendenze del nostro secolo?

Se un tempo le dipendenze erano legate all’assunzione di sostanze, sia illegali, come gran parte delle droghe, sia legali, come la nicotina, dalla metà del secolo scorso se ne sono sviluppate altre slegate dall’uso di esse, quali dal gioco d’azzardo, shopping compulsivo, da lavoro.Work-Related-Stress

Fino a metà degli anni 90 psicologi e medici ignoravano l’esistenza di una  patologia comportamentale che potesse riguardare il lavoro. 

Wayne Edward Oates, medico psicologo, scrisse nel 1971 “Confession of workaholics: the facts about work addiction”, il primo testo scientifico sulla dipendenza da lavoro. Oggi si usano proprio i termini usati da Oates nel suo libro, “ workaholic” e “work addice”, per indicare chi soffre di tale patologia comportamentale. Queste persone sono ossessionate continuamente da pensieri e preoccupazioni legati quasi esclusivamente al lavoro con il conseguente  impoverimento emotivo: diventa difficile avere una relazione, avere amici, l’educazione dei propri figli ecc. Sicuramente potrebbe essere d’aiuto il sapersi dare delle regole e degli orari precisi o il farsi aiutare nel farlo.

dipendenza-da-gioco-dazzardo-online-cosa-fare

Un’altra dipendenza che affligge molte persone nella nostra società è quella nei confronti del gioco, detta anche ludopatia. Per i ludo dipendenti il gioco diventa il mezzo attraverso il quale si può costruire e scoprire il proprio Sé; vengono sospese le conseguenze reali e la libertà, l’apprendimento di regole e ruoli vengono ribaltati per trasformare il gioco, oasi di gioia,  in ossessione e ripetitività. Il giocatore veramente dipendente è chi sente l’impulso per il gioco come un bisogno incontrollabile e, quindi, colui che avverte una forte tensione emotiva ed un’ incapacità, parziale o totale, di ricorrere ad un pensiero riflessivo e logico. Attraverso  ragionamenti apparentemente razionali  il giocatore controlla il suo senso di colpa e giustifica il suo gioco insistente col tentativo di riuscire a riprendere almeno i soldi persi, nel caso di perdita. Se, invece, vince si giustifica dicendo a se stesso che deve approfittare della fortuna che lo ha colpito.

Anche la dipendenza nei confronti dello shopping può essere altrettanto pericolosa per la stabilità della persona. Lo shopping compulsivo rappresenta un disagio psicologico e comportamentale caratterizzato da una tendenza a manifestare vere e proprie crisi di acquisto e può anche essere definito mania del comprare. In questo caso la patologia si innesca a partire da un comportamento assolutamente normale. Proprio per questo è molto difficile capire quando un’acquisto è definito patologico e quando è, invece, definito normale. La scelta degli articoli da acquistare spesso risponde ad un bisogno, più o meno cosciente, di costruire dall’esterno la propria identità, attraverso la proprietà in generale o la proprietà specifica di alcuni oggetti, individualmente o socialmente considerati come l’espressione di qualche qualità positiva e vincente.shopping-e1455637809812

Le su elencate dipendenze sono, forse, più eclatanti di altre che possono essere più blande, come, ad esempio, la dipendenza dal cellulare, da internet. Nella società di oggi chi non possiede un cellulare tra gli adulti? Più gli anni passano e più si abbassa l’età in cui è assolutamente necessario avere un cellulare ed internet sempre con sé, altrimenti non si viene considerati dal gruppo d amici o si può essere addirittura emarginati. La nostra, purtroppo , è una “Società drogata”. Sembra che sia difficile, oggi, non essere dipendenti da qualcosa. Perché accade ciò? Probabilmente è il bisogno incontrollabile di colmare il nostro vuoto interiore.

La Società di oggi è basata sulla razionalità, sul pensiero. La funzione immaginativa dell’uomo legata al mondo interiore sembra non avere più potere dinanzi alla ragione; affetti, sentimenti, emozioni, sogni non sono considerati perché appartenenti a quel mondo interno che non può reggere il confronto con la razionalità su cui si basa la nostra Società. E’ come se l’uomo, oggi, fosse alla continua ricerca di un qualcosa all’esterno ma senza l’appoggio della sua interiorità, del suo mondo interno. L’esterno è solo una cornice che non ha senso se non in presenza di in interno. Quest’interno perso non è altro che quel vuoto che l’uomo cerca di colmare con le dipendenze.

A questo punto e per concludere si capisce come diventa fondamentale il non perdere assolutamente la nostra interiorità,  dedicando più spazio e tempo a tutte quelle attività che ci possono aiutare ad entrare in contatto diretto con le emozioni senza filtri razionali. Così facendo la nostra società potrà iniziare il suo percorso che la porterà verso la completa guarigione.

 

Lascia un Commento

Lascia un commento a questo articolo, ti garantiamo che il tuo indirizzo e-mail non verrà reso pubblico e che non riceverai alcuna mail da infoperte.it o alcun tipo di spam.

*

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>